Indice:
1. A cosa serve il parental control
2. Cosa sono i sistemi di parental control
A cosa serve il Parental Control
I nativi digitali sanno usare smartphone, pc e tablet fin da piccoli meglio degli adulti e proprio per questo motivo è doveroso proteggerli dalle insidie del web: secondo recenti ricerche, all'età di 12-13 anni otto bambini su dieci navigano regolarmente su internet e nel 57% dei casi lo fanno senza che ci sia un controllo da parte dei genitori. In questo modo aumentano i rischi di imbattersi in contenuti inappropriati, violenti, pericolosi e illegali. Il web, pur essendo un utile strumento per imparare, esprimere la propria creatività e socializzare con gli altri, rappresenta anche un potenziale pericolo per i bambini e il loro utilizzo deve essere gestito e regolamentato dai genitori.
Per sentirsi più sicuri e per permettere anche ai più piccoli di esplorare il mondo del web in totale sicurezza, si possono utilizzare le funzioni di Parental Control (controllo parentale), ormai presenti su ogni dispositivo elettronico connesso.
Cosa sono i sistemi di Parental Control
Il parental control è un sistema che permette ai genitori di monitorare o bloccare l'accesso a determinate attività da parte del proprio figlio (siti pornografici, immagini violente o pagine con parole chiave), di impostare il tempo di utilizzo di computer, tv, smartphone e tablet e di monitorarne il comportamento online.
Come funziona il Parental Control
Il parental control può essere applicato su qualsiasi dispositivo, dal pc al tablet, dallo smartphone alla tv.
Vediamo come attivarlo sui sistemi operativi più utilizzati, come Apple e Android:
• Parental Control per iPhone: ogni sistema operativo prevede funzioni di parental control, a cui si può accedere dalla voce Impostazioni sul Pannello di controllo o Preferenze di Sistema.
• Parental Control per Google: Google mette a disposizione dei genitori la app Family Link, estremamente facile e intuitiva. Con questa app i genitori possono visualizzare la cronologia, bloccare l'accesso a siti inappropriati e fissare limiti allo screen time, impostando gli orari di blocco e sblocco per l'utilizzo delle funzioni Web.
• Parental Control per Android: bisogna creare un account per il bambino entrando nelle impostazioni del telefono, toccare l'immagine del profilo, selezionare la voce aggiungi ospite e scegliere l'opzione ricomincia. Una volta configurato il nuovo profilo è necessario impostare il parental control sulle app compatibili scaricate dallo store.
• Parental Control per Windows: per i computer, Windows ha messo a disposizione il programma Windows Live Family Safety, una specie di antivirus che estende il controllo al web e fornisce il report di ogni azione compiuta dalla persona che accede al pc.
• Parental Control automatico sulle Sim dei minori (novità 2023): a partire dal 21 novembre 2023 sono entrate in vigore le nuove indicazioni formulate a gennaio scorso da Agcom in materia di "Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio". Con queste, le sim intestate ai minori di 18 anni hanno attivo di default un sistema di parental control che limita la navigazione delle pagine web che trattano argomenti per loro inadatti.
L'Agcom ha individuato 7 categorie principali di contenuti che dovrebbero essere soggette al parental control:
1 Contenuti per adulti,
2 Gioco d'azzardo e scommesse,
3 Armi,
4 Violenza,
5 Odio e discriminazione,
6 Promozione di pratiche che potrebbero danneggiare la salute,
7 Siti che offrono strumenti per rendere l'attività online anonima.
Minacce e rischi del web
Le minacce e i rischi a cui si espongono i bambini quando utilizzano Internet sono:
• Cyberbullismo e compromissione della reputazione: il bullismo sul web non ha limiti, poichè la garanzia dell’anonimato o la distanza fisica online accanisce ancora di più i bulli. A provocare il fenomeno possono essere foto, video imbarazzanti, commenti lasciati dalla vittima, l’aspetto fisico, pettegolezzi o immagini truccate per dispetto. Le possibili conseguenze possono essere pensieri suicidi, scarsa autostima e depressione.
• Esposizione a contenuti violenti o sessuali: il 29% dei bambini è esposto a contenuti con carattere violento o sessuale mentre utilizza Internet. Oltre ai giochi, è importante ricordare che la violenza e i contenuti di carattere sessuale circolano spesso anche sui social network, sotto forma di commenti, video e foto. Questi materiali non sono adatti all’età, che può interpretarli erroneamente come un atteggiamento normale. Le possibili conseguenze sono che i bambini potrebbero diventare aggressivi o sviluppare disturbi di natura sessuale.
• Minacce di tipo informatico: molti ragazzini hanno accesso a Internet, ma non sanno come utilizzarlo in maniera responsabile e sicura e spesso non possiedono le conoscenze digitali di base in materia di sicurezza informatica. Le possibili conseguenze sono ancora più gravi se i dispositivi digitali sono sprovvisti di una protezione di base come un antivirus.
• Incontri con persone sconosciute e contatti sessuali: secondo alcuni ricercatori, il 17% dei bambini tra gli 8 e i 12 anni corre il rischio di fare incontri con persone conosciute in rete. Purtroppo, Internet è anche il mezzo preferito da pedofili o adescatori per attirare i bambini. L'educazione digitale è fondamentale: conoscere i rischi a cui i bambini vengono esposti è il primo passo verso la prevenzione delle minacce e dei pericoli che potrebbero avere conseguenze molto serie.
• Disturbi e dipendenze legati ai videogiochi e app di social media.
Secondo un recente studio, i bambini che possiedono uno smartphone e amano i videogiochi o le app social possono arrivare a passare una media di 39 ore settimanali davanti allo schermo, una quantità di ore molto maggiore rispetto a quelle che trascorrono a scuola. Le possibili conseguenze possono essere quelle di sviluppare problemi legati alla quantità e alla qualità del sonno. Se hanno un loro smartphone personale o semplicemente la TV in camera, attività importanti come leggere o studiare passano in secondo piano. L’esposizione a questi rischi informatici non indica necessariamente che i bambini abbiano subito danni fisici o mentali permanenti, ma se avviene in modo continuo in tenera età rappresenta un pericolo per lo sviluppo generale, le relazioni, il benessere e le opportunità future dei bambini.
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